videosorveglianza nelle indagini

LA VIDEOSORVEGLIANZA NELLE INDAGINI

LA VIDEOSORVEGLIANZA NELLE INDAGINI: ANALISI FORENSE E NUOVE TECNOLOGIE

In questo focus, affrontiamo un tema che ci sta particolarmente a cuore: la videosorveglianza nelle indagini. L’analisi forense è un tema delicato: va ben oltre le potenzialità legate alla cybersecurity e all’Intelligenza Artificiale. Le investigazioni coinvolgono esperti in analisi di immagini e video, funzionari delle Forze dell’Ordine, matematici, personale altamente specializzato.

Immagini e filmati ripresi con lo smartphone dai cittadini possono rappresentare fonti importanti a supporto delle indagini per comprendere le dinamiche di un reato e identificare i colpevoli, ma la videosorveglianza resta lo strumento di indagine numero uno. Permette di rispondere a gran parte dei quesiti tipici del modello investigativo (nonché giornalistico), ovvero le 5 W: who, what, when, where, why (chi, cosa, quando, dove, perché).

Nessun altro strumento probatorio può superare in completezza la videosorveglianza di ultima generazione. Tutto il materiale acquisito e raccolto grazie alla videosorveglianza, però, deve essere utilizzato e trattato in modo efficace e corretto a livello investigativo e giudiziario.

Approfondiamo.

VIDEOSORVEGLIANZA NELLE INDAGINI: L’ACCURATO LAVORO DI VIDEOANALISI

Il sistema di videosorveglianza può fornire elementi utili alle indagini per identificare velocemente e segnalare all’autorità giudiziaria gli autori di reati. Possono accedere alle immagini di videosorveglianza la polizia giudiziaria, l’autorità giudiziaria e gli avvocati difensori di un indagato nel corso di un procedimento penale.

I cittadini, seppure non possano accedere alle immagini di sorveglianza, possono chiederne il blocco evitandone la cancellazione. Possono farlo in presenza di un reato entro 24 ore dal fatto commesso.

Sicurezza e giustizia devono essere garantite da un accurato lavoro di analisi investigativa e giudiziaria. Filmati ed immagini, da trattare come qualsiasi altra fonte di prova, devono essere esaminati con un metodo scientifico rigoroso attraverso processi accurati, ripetibili e riproducibili, mantenendo la catena di custodia. Il lavoro deve essere eseguito con estrema attenzione e competenza per evitare errori che possano intralciare l’iter giudiziario.

Esistono metodi rigorosi per approcciarsi ad un video o ad una foto: non basta spingere un play o un download per sperare di interpretare i fatti nel modo giusto. Di regola, nelle video analisi, per risolvere un problema bisogna essere coscienti di avere un problema. Dietro ogni immagine possono celarsi insidie pericolose come nel caso dei filmati registrati a infrarosso di notte: i non esperti potrebbero interpretare in modo errato i colori di una scena del crimine. Senza contare che i filmati in digitale compressi possono portare a rimozioni di dettagli significativi o creare dettagli che alterano la realtà. Saper distinguere il vero dal falso analizzando filmati di scarsa qualità o compressi richiede non solo competenza e preparazione ma strumenti tecnici e software dedicati.

Interi processi, la giustizia, sono in mano in generale al lavoro investigativo, in particolare all’analisi video. Esistono linee guida validate dalla comunità scientifica e bisogna adottarle, diffonderle ed applicarle in modo rigoroso utilizzando strumenti adeguati.

VIDEOSORVEGLIANZA NELLE INDAGINI INVESTIGATIVE E GIUDIZIARIE CON IL SUPPORTO DELL’IA

L’analisi forense di immagini e filmati punta ad un duplice obiettivo: il contesto investigativo (per proseguire le indagini) e quello giudiziario (per usare il video o l’immagine come prova). Ciò che, all’inizio, viene utilizzato come semplice indizio potrebbe successivamente trasformarsi in una prova significativa di un processo giudiziario. Cosa succede con il supporto dell’ Intelligenza Artificiale?

L’IA può trasformare un’immagine sgranata e di scarsa qualità in un’immagine ad alta risoluzione: attualmente, migliorare le immagini è una delle maggiori richieste in ambito forense per identificare un volto o schiarire una targa oppure per comprendere meglio le dinamiche di un evento. Il punto è che gli algoritmi basati sull’Intelligenza Artificiale si fondano su dati: la ‘rete neurale’ si allena su un gran numero di esempi per ottenere un’ipotetica immagine di alta qualità da una di bassa qualità. In questo processo, l’immagine migliorata viene alterata, contaminata da dati esterni, quindi condiziona i risultati.

Un’immagine ricreata dall’IA può essere una fonte di prova in ambito giudiziario? Allo stato tecnologico attuale, non dovrebbero essere usate immagini elaborate dall’IA come fonte di prova nei processi giudiziari.

Piuttosto, possono risultare utili nell’ambito investigativo tenendo conto che potrebbero rischiare di portare gli inquirenti su una pista sbagliata.

Esiste, però, un particolare tipo di analisi automatica di immagini e filmati che gli algoritmi possono eseguire automaticamente per velocizzare il processo supportando l’operatore. Rientrano in questa categoria il riconoscimento di targhe, il riconoscimento facciale, il percorso di una strada contromano, la valutazione dell’autenticità di un’immagine. In questo caso, le nuove tecnologie possono essere applicate (sempre con cautela) in ambito sia investigativo sia giudiziario se il sistema è in grado di fornire un certo livello di affidabilità. Di sicuro, l’IA deve limitarsi a supportare l’analista senza sostituirlo in fase di valutazione e identificazione. Bisogna, oltretutto, limitare l’impatto dei bias cognitivi (pre-condizionamenti) per evitare influenze nel giudizio umano.

VIDEOSORVEGLIANZA NELLE INDAGINI: I VANTAGGI DELL’IA PER GLI OPERATORI

I vantaggi concreti che, attualmente, l’Intelligenza Artificiale porta ai sistemi di videosorveglianza nell’ambito investigativo sono:

  • Maggiore attenzione: l’IA analizza costantemente le immagini delle telecamere consentendo agli operatori di concentrarsi soltanto su ciò che richiede la loro attenzione ed azione diretta. L’Intelligenza Artificiale avanzata avvisa di comportamenti sospetti, contrassegna veicoli pericolosi alla guida, gestisce il traffico;
  • Riduzione dei falsi allarmi: le telecamere con IA possono distinguere eventi reali che innescano azioni differenti;
  • Qualità migliorata dell’immagine e dei flussi video trasmessi agli operatori, come pure l’archiviazione e la larghezza di banda;
  • Ricerca avanzata per individuare immagini o caratteristiche specifiche anziché guardare manualmente ore di video;
  • Analisi integrate nelle telecamere (conteggio persone, rilevamento di oggetti e mappe di calore, tracciamento di ingressi e uscite, rilevamento di manipolazioni, ecc.)

SARI: IL SISTEMA DI RICONOSCIMENTO FACCIALE USATO DALLA POLIZIA

L’applicazione che sfrutta al meglio l’Intelligenza Artificiale è il riconoscimento facciale.

La Polizia scientifica utilizza SARI (acronimo di Sistema Automatico di Riconoscimento Immagini) che si basa proprio sul riconoscimento facciale per combattere il crimine: utilizza un algoritmo di IA. Sfrutta reti neurali artificiali, modelli matematici costituiti da neuroni artificiali ispirati al meccanismo biologico del cervello umano.

In che modo SARI supporta le Forze dell’Ordine nelle indagini, oltre che nella prevenzione dei reati?

SARI è un database contenente milioni di volti di soggetti schedati riconoscibili dagli algoritmi.

Inserendo l’immagine del soggetto cercato nella banca dati, SARI fornirà una lista di persone che somigliano a quel determinato volto. Per avere una valenza giudiziaria, è necessaria una comparazione fisionomica da parte di personale specializzato della Polizia Scientifica.

Esiste la versione SARI Real Time che si affianca a SARI. Serve ad analizzare i volti che provengono da flussi video come le telecamere di videosorveglianza per gli identikit ottenuti tramite Intelligenza Artificiale. E’ utilizzabile soltanto in certe situazioni come eventi per acquisire immagini più realistiche in tempo reale.

Questo sistema non è in funzione, al momento: il Garante Privacy l’ha bocciato.

LE TELECAMERE IP PER SUPPORTARE LE INDAGINI

Le telecamere IP megapixel rappresentano un valido supporto alle indagini investigative. Forniscono il dettaglio in REC e in LIVE, vengono sviluppate a definizione sempre più alta restituendo immagini a colori anche di notte. 

Tra le varie potenzialità, le telecamere IP:

  • consentono di associare un’ampia inquadratura ad uno zoom di dettaglio senza perdita di definizione, quindi di estrapolare dettagli dalla scena e di fornire informazioni sulla dinamica di eventi;
  • grazie all’integrazione di SD card permettono di creare postazioni mobili e temporanee da posizionare in zone irraggiungibili via rete o per eventi cittadini particolari. Assicurano, in questo modo, un’inquadratura dedicata ed una registrazione no-stop;
  • con i sistemi di lettura targhe (OCR) nei varchi di accesso ed uscita di un territorio si può incrociare il monitoraggio globale con i dati della targa di un veicolo coinvolto in un atto criminoso, tanto per fare un esempio.

CLOUD COMPUTING APPLICATO ALLA VIDEOSORVEGLIANZA

L’avvento del digitale ha permesso lo sviluppo delle analisi video grazie a software sempre più sofisticati: ha reso possibile il riconoscimento automatico di eventuali criticità, di volto umani ed oggetti, il rilevamento automatico del movimento, il monitoraggio in tempo reale ed altro ancora.

Un buon analista forense deve sempre assicurarsi che i dati provengano dalla fonte originale. Deve anche verificare la catena di custodia della prova acquisita per validarla e cercare sempre di ottenere i migliori risultati possibili.

Oggi, la vera sfida è il Cloud Computing, modello di elaborazione distribuita anche nei sistemi di videosorveglianza. Nei casi in cui i video non sono più disponibili o accessibili con procedure standard, è possibile sfruttare un’interfaccia applicativa messa a disposizione dal fornitore del servizio.