DRONI PER LA SICUREZZA PUBBLICA

DRONI PER LA SICUREZZA PUBBLICA

DRONI PER LA SICUREZZA PUBBLICA: A CHE PUNTO SIAMO IN ITALIA

L’utilizzo di droni in operazioni di pubblica sicurezza cresce a vista d’occhio in tutto il mondo. Research and Markets stima che, entro la fine del 2022, questo mercato potrebbe raggiungere un valore superiore a 1,15 miliardi di dollari. In fondo, sono i droni per la sicurezza pubblica i veri protagonisti del mercato.

La crescita più significativa nell’impiego dei droni si registra nel comparto della sicurezza, interessa le Forze dell’Ordine ed i comandi delle Polizie Locali sia di grandi città sia di piccoli centri in tutta Italia.

I cosiddetti aeromobili a pilotaggio remoto (Unmanned aerial vehicle o Unmanned Aerial System) noti come droni sono sempre più numerosi nel nostro Paese.

A giudicare dagli ultimi dati diffusi da D-Flight, la società del gruppo Enav impegnata nella gestione del traffico aereo a bassa quota di aeromobili a pilotaggio remoto, attualmente sono 184 i Comuni italiani che impiegano droni. Tra questi Comuni, troviamo Torino, Roma e Palermo insieme a tanti piccoli centri sparsi in Italia.

La pandemia del Covid 19 che ha stravolto le nostre vite ha indubbiamente contribuito all’adozione di questa tecnologia destinata al controllo del territorio e della legalità cui si è aggiunto il rispetto delle norme anti-Covid legato all’emergenza sanitaria.

Cosa sono in grado di fare per la pubblica sicurezza queste macchine volanti?

DRONI PER LA SICUREZZA PUBBLICA: TORINO E ROMA, DUE CASI DI ECCELLENZA

A Torino, nel 2020 è partita la sperimentazione di Skycopter, speciali droni sviluppati dalla Skypersonic, azienda americana di Detroit. Questi droni vengono impiegati in missioni di ispezione e sanificazione in spazi chiusi, pubblici e privati. Gli Skycopter vengono controllati direttamente dall’ufficio centrale della stazione di Polizia Municipale di Torino.

Nel mese di agosto 2021, a Roma ha preso il via un progetto per l’impiego di droni da parte della Polizia Locale. Obiettivi: potenziare le attività di controllo sul territorio, combattere attività illegali di tipo urbanistico e ambientale, insediamenti e discariche abusive. A tal fine, diversi agenti sono stati formati per acquisire il titolo di pilota APR. Il 41° Reggimento IMINT “CORDENONS” dell’Esercito Italiano ha strutturato un corso per la Polizia Locale fornendo personale altamente specializzato in formazione sull’utilizzo di droni.

APR E SAPR: COSA SONO

L’APR (aeromobile a pilotaggio remoto) è il drone sprovvisto di accessori che si alza in volo, mentre il SAPR (sistema aeromobile a pilotaggio remoto) integra elementi necessari per svolgere varie operazioni come il comando per il controllo. Tanto gli APR quanto i SAPR non sono destinati a fini sportivi o ricreativi, non sono aeromodelli.

Lo sviluppo tecnologico che ha interessato APR e SAPR li ha resi strumenti sofisticati d’importanza strategica da impiegare in vari contesti: ispezioni di luoghi sensibili, operazioni di primo soccorso, controllo di infrastrutture critiche, sicurezza delle persone e dell’ambiente.

Inevitabilmente, per effettuare operazioni di controllo del territorio, anche le Forze dell’Ordine hanno iniziato a sperimentare l’uso di droni. Gli elicotteri, oltre a rappresentare risorse dispendiose, spesso non garantiscono la copertura totale del territorio secondo le crescenti esigenze di ordine e sicurezza pubblica.

Rispetto agli elicotteri, l’ecosistema dei droni non solo assicura un risparmio economico ma una copertura più ampia delle operazioni.

DRONI: CAMPI DI APPLICAZIONE, COSA SONO IN GRADO DI FARE

I droni risultano essere molto efficaci nel gestire la sicurezza nei luoghi pubblici perché sono veloci, dotati di telecamere e sensori che restituiscono immagini ad alta definizione e sono in grado di raggiungere altezze elevate. Dimostrano di essere grandi alleati delle Forze dell’Ordine nell’ambito della sorveglianza.

Possono migliorare la sicurezza delle persone con grande efficacia: basti pensare alle operazioni di ricerca e soccorso in caso di catastrofi naturali, alla tempestività nel monitoraggio, alla capacità di insinuarsi in aree inaccessibili contribuendo ad individuare percorsi più semplici per i soccorritori. Termocamere e telecamere a luce visibile aiutano a individuare persone nascoste tra le fronde degli alberi o nei terreni accidentati.

Possono monitorare costantemente infrastrutture critiche fornendo immagini in diretta alle centrali operative ed eventualmente attivare subito operazioni di contrasto. Scansionano ad intervalli prestabiliti aree di interesse, supportano il personale di vigilanza gestendo i giri di ronda in aree di difficile accesso.

I droni rivestono un ruolo sempre più importante nell’ambito del monitoraggio ambientale allo scopo di prevenire danni agli ecosistemi (incendi, discariche, smaltimento e sversamenti illegali di rifiuti).

Senza contare le situazioni ad alto rischio ed i pericoli che gli agenti di Polizia sono chiamati ad affrontare (ostaggi, mandati di perquisizione, barricate, incursioni). Una prospettiva aerea supporta gli agenti in contesti critici, li aiuta a mantenersi fuori tiro, a distanza di sicurezza, a prendere decisioni rapide. In questi casi, il drone può stazionare per trasmettere ad agenti e posti di comando video multicast in diretta.

DRONI DI STATO, GESTITI DA ENTI LOCALI E DA SOGGETTI PRIVATI PER CONTO DELLE PA: REGOLAMENTO ENAC

Il crescente utilizzo dei droni da parte degli Enti locali ha portato alla creazione di una terza categoria, dopo i droni di Stato e i droni gestiti direttamente dagli Enti locali.

La terza categoria è quella dei droni pubblici impiegati da soggetti privati per conto delle Pubbliche Amministrazioni tramite contratti di appalto e concessioni. Questi contratti non commerciali prevedono operazioni di ricerca, salvataggio, soccorso, foto, video, mappatura e monitoraggio delle infrastrutture, rilevamenti ambientali e archeologici, city sensing. In poche parole, attività di pubblico interesse.

L’ENAC è l’ente che, in Italia, dal 2013 adotta costantemente provvedimenti per disciplinare ed aggiornare l’ecosistema dei droni, con particolare riguardo all’utilizzo da parte delle Forze dell’Ordine. L’ultima versione aggiornata del Regolamento ENAC risale al 21 maggio 2018 con l’emendamento n. 4: stabilisce caratteristiche tecnico-operative degli APR, modalità di occupazione dello spazio aereo, qualificazione dei piloti, capacità di gestione degli operatori.

L’art. 3 della “Dichiarazione Universale dei Diritti Umani” stabilisce il diritto alla vita, libertà e sicurezza degli individui. Pertanto, ogni Stato ha il dovere giuridico e morale di esercitare i propri diritti e finalità utilizzando, se necessario, anche i droni. Il dovere di proteggere la popolazione da minacce interne o esterne come il terrorismo (security) deve vedersela con la privacy (GDPR).

Alle forze di polizia è permesso svolgere attività investigative per prevenire, accertare e reprimere condotte criminali usando i droni allo scopo di garantire la sicurezza pubblica: viene loro concessa indipendenza ed autonomia nelle operazioni.

DRONI PER LA PUBBLICA SICUREZZA: LA QUESTIONE PRIVACY

Il Garante per la protezione dei dati personali dedica una sezione all’utilizzo dei droni: “Droni e privacy”.

Richiama la regolamentazione ENAC e sottolinea l’importanza di evitare di violare spazi personali degli individui quando un drone dotato di fotocamera sorvola luoghi pubblici.

Le immagini riprese e salvate possono essere diffuse solo a certe condizioni come, ad esempio, il consenso dei soggetti ripresi oppure se non sono riconoscibili o se i volti vengono oscurati.

Il sorvolo di spazi privati è vietato: devono essere rispettati il diritto alla riservatezza (art. 7della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea) e la protezione dei dati di carattere personale (art. 8della Carta e dall’articolo 16 TFUE) disciplinati dal Regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio.

Francesco Ciano

francesco ciano